Dopo aver parlato del trucco creativo praticato in prevalenza sul viso, credo valga la pena parlare del body painting.
L’arte della pittura sul corpo, ha origini antichissime.
L’antropologia ci dice che già 60.000 anni fa era abitudine degli aborigeni australiani dipingersi il corpo, mentre mummie di donne del basso Egitto risalenti a circa 4.500 anni fa presentano segni di tatuaggi sull’addome. Praticata tuttora da alcune tribù primitive, con valenze e significati diversi a seconda del contesto di guerra o di pace, la pittura sul corpo è stata riscoperta come un settore a se del trucco verso gli anni settanta, quando ha avuto un exploit, che dura fino ad oggi.
A svelarci i segreti di quest’arte è il truccatore Rocco Ingria, che da molti anni vi si dedica con grande passione, dopo un’intensa esperienza lavorativa nel mondo dello spettacolo.
Quando è nato il tuo interesse per il body painting?
Appena finito di apprendere le basi del trucco beauty, mi attraevano il colore e la creatività che esso mi permetteva di esprimere liberamente.
Quale era la sensazione che provavi?
Soddisfazione, di trasformare un corpo nella tela di un pittore, donandogli forma e sembianze dettate dalla spinta creativa del momento.
Quali metodi hai elaborato?
Ho iniziato con i classici strumenti da truccatore, spugne e pennelli, avvalendomi di tecniche utilizzate in altri campi, come la pittura murale. Ad esempio, un particolare effetto si ottiene tamponando la cute con stracci e spugne di mare.
Ho imparato a rubare qua e là ciò che mi poteva servire per espandere la mia creatività. Una ricerca costante che mi ha permesso di aumentare gli strumenti in mio possesso e di creare un gioco artistico che unisse più tecniche tra loro.
Quale tecniche hai potuto affinare?
Le tecniche più efficaci le ho acquisite dalle arti pittoriche. Ad esempio, è solo tramite i cari e affezionati chiaro scuri che riesco a rendere vivi i miei lavori, facendo emergere la bellezza naturale di un corpo, sia in quello in cui voglio annullarlo per ridurlo a una tela. Mi piace giocare con le scale cromatiche sovrapponendo i colori per dare vita a immagini astratte che sconfinano nel mondo colorato in cui vivo.
Cos’è oltre al colore il body painting?
Nel body painting, possiamo servirci, oltre che del colore, di qualsiasi accessorio: dalle protesi cinematografiche ai ritagli di stoffa, dal glitter agli swarosky.. Una volta durante una gara che aveva come tema i fiori, ho effettuato un live body painting applicando dei petali colorati sul corpo, un’altra volta, ho creato un mosaico applicando piccoli pezzi di specchi. Ma ho anche usato merletti, bottoni, piume, applicandoli sulla pelle con del mastice prostetico.
Cos’è un live body painting?
A differenza dei lavori realizzati in laboratorio è il termine che indica un trucco realizzato dal vivo, davanti a un pubblico che assiste e con cui interagisco.
Quale tecnica, secondo te, si è rivelata la più innovativa nella storia del body painting?
L’uso dell’aerografo, sia per i risultati che permette di ottenere, sia perché può essere affiancata ad altri metodi di lavoro.