Blush o fard: sappiamo bene che parliamo dello stesso cosmetico.
Il cosmetico per le guance, l’unico che ha resistito alle epoche anche quando gli altri scomparivano o passavano di moda. Presente fin nell’antico Egitto, applicato anche sulle labbra, è passato in tutte le epoche ed ognuna lo ha rivisitato sempre in maniera diversa, cambiando il metodo di applicazione o la tonalità di colore.
Maria Antonietta lo usava per avere un colorito più sano; negli anni ’40, invece, le donne lasciavano macerare i petali di rosa nell’alcool per poi applicare sulle gote il liquido rosso: anche se la situazione del dopoguerra non era delle migliori, le donne non rinunciavano alla loro bellezza.
Successivamente, utilizzavano un velo di rossetto per colorare le gote, come spesso fanno oggi i truccatori e, negli anni Ottanta, veniva messo anche sulla palpebra superiore per dare colore, con il pennello specifico per le guance.
Tornando al nome, la differenza sta nel fatto che Fard è francese ed ha un significato più generale, cioè trucco, mentre Blush è inglese (letteralmente: arrossire, colorito roseo).
Un prodotto multitasking
Questa peculiarità del blush ci permette di utilizzarlo solo per dare colorito alle nostre guance oppure con una funzione totalmente correttiva. A seconda di dove lo posizioniamo, possiamo aumentare il volume di uno zigomo o ridurlo; dar risalto o migliorare, anche se solo in maniera temporanea e solo come illusione ottica, la forma del nostro viso. Nello specifico, se il viso ha una tendenza lunga, meglio stenderlo orizzontalmente e riempire la gota, scegliendone uno perlato che rifletterà la luce naturale o artificiale e farà sembrare il viso meno scarno. Un suggerimento: sorridete e applicatelo nella parte che diventa più sporgente.
Se invece i lineamenti sono tondeggianti, meglio evitare l’effetto “pomello” (truccare solo le gote come nel caso precedente): applicatelo in diagonale, sotto lo zigomo con la tecnica dello sculpting che permette, come dice la parola stessa, di scolpire il viso e dargli forme più definite e assolute.
Tante variazioni sul tema
Queste correzioni potete farle con le due differenti versione di blush che trovate in commercio: il più diffuso, in polvere compatta a base di talco colorato, ottenuto da sostanze vegetali come i petali, è la versione più tradizionale, ma oggi viene riproposto in crema, con la particolarità di essere multitasking (come accennato prima, un prodotto che potremmo definire „all over“, che può essere usato in più parti del viso).
Il blush in crema è l’ideale per chi non si trova bene con il blush in polvere, che può creare macchie se non si è abili e per chi vuole avere un effetto più naturale sul viso, applicandolo direttamente sulla pelle omettendo la stesura del fondotinta.
Arricchito dagli emollienti
La sua consistenza cremosa è spesso arricchita con ingredienti emollienti, che danno un’ottima sensazione di idratazione e freschezza sulle pelli secche. Ma può essere una valida alternativa anche per chi ha la pelle matura e non vuole utilizzare prodotti in polvere che si insinuino tra le rughe.